Paura del dentista? Stop all’odontofobia grazie alla sedazione cosciente

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PAURA DEL DENTISTA

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Paura del dentista? Stop all’odontofobia grazie alla sedazione cosciente

In molti casi, il cinema per bambini e per adulti ha fatto un cattivo servizio ai dentisti. In “Alla Ricerca di Nemo” il protagonista deve scappare dallo studio di un dentista cattivo. Cartoni animati e film dell’orrore ci hanno abituati al ritratto del dentista sadico, armato di tenaglia e trapano. È normale che tanti pazienti soffrano di una radicale paura del dentista, detta anche odontofobia. Per fortuna la scienza viene in soccorso di professionisti e pazienti.

Per quanto possa sembrare surreale, l’anestesia del dentista è una delle cose che fa più paura. Google è un fiorire di ricerche come: “anestesia dentista effetti collaterali” o “anestesia dentista fa male”. Le persone temono che l’anestesia non funzioni o che abbia effetti terribili sul fisico. Ecco perché è nato il connubio tra odontofobia e sedazione cosciente. La sedazione cosciente è una tecnica che serve a rilassare il paziente, facendo sparire la paura del dentista. Come? Vediamolo insieme.

L’anestesia del dentista fa male?

Prima di parlare della sedazione cosciente, è il caso di rispondere alla domanda che ti starai di sicuro facendo: “è vero o no che l’anestesia del dentista fa male?” Partiamo da un presupposto: non esiste una sola anestesia del dentista. A seconda del tipo del paziente e dell’intervento che c’è da fare, si possono usare più tipi di anestesia.

  • Anestesia superficiale. La si usa solo per gli interventi di lieve entità e la si somministra sotto forma di spray.
  • Anestesia locale di infiltrazione. Il dentista inietta l’anestetico nella gengiva, in prossimità del dente da curare.
  • Anestesia locale tronculare o blocco nervoso. La si usa per gli interventi più invasivi, iniettando il farmaco dove passano i nervi. In questo modo si desensibilizza un’area più grande, coinvolgendo anche i nervi principali.
  • Anestesia locale intraligamentosa. Si usa una siringa speciale per iniettare il farmaco nel legamento parodontale. Serve ad evitare il sanguinamento e la si usa per i pazienti emofiliaci.
  • Anestesia locale intrapulpare. Il dentista inietta l’anestetico nella polpa dentaria, per addormentare denti affetti da pulpite.

A meno che non ci siano allergie, i farmaci usati provocano al più piccoli fastidi. Ad esempio, dopo la rimozione del dente del giudizio è frequente rimanere con parte della guancia addormentata per un’ora o due. Nei casi più gravi, il paziente può avvertire un po’ di nausea e disorientamento. Sarebbe però sbagliato dire che l’anestesia del dentista “fa male”.

La stessa somministrazione del farmaco è quasi impercepibile. Il paziente sente un pizzico quando l’ago entra nella gengiva, seguito da un senso di pressione durante l’iniezione. Il tutto sparisce quasi subito, non appena l’anestetico entra in circolo. Ciononostante, per qualcuno anche questo dolore minimo è insopportabile.

Odontofobia e sedazione cosciente

Chi soffre di odontofobia si immagina vittima dei peggiori effetti collaterali dell’anestesia del dentista. Si vede bloccato al lettino mentre l’effetto del farmaco sparisce, in preda a dolori atroci. La realtà è diversa: se un’iniezione di anestetico non è sufficiente, basta farne una seconda. D’altra parte per certi pazienti non è così facile, specie se soffrono di disturbo ansioso o di una fobia del dentista.

La sedazione cosciente è pensata per chi soffre di odontofobia e non è un’anestesia in sé. Il dentista poggia una mascherina sul naso del paziente, affinché inali un gas chiamato protossido d’azoto. Il protossido ha un lieve effetto analgesico, ma è prima di tutto un ansiolitico. Agisce sul sistema nervoso centrale, rilassando e dando un blando senso di euforia. In questo modo il paziente si lascia andare e vive tutta l’esperienza senza paura.

Come detto il rapporto tra odontofobia e sedazione cosciente è quello di supporto all’anestesia, non sostituzione. L’ansia e la tensione tendono infatti a ridurre l’effetto del farmaco e rendono il paziente meno collaborativo. Il protossido d’azoto prepara l’organismo all’iniezione delle altre sostanze, ma in sé non è un anestetico. Inoltre, può poco o niente nei casi di stato ansioso maggiore.

I pazienti più gravi hanno perfino paura della sedazione cosciente. Sono però una netta minoranza, da trattare con supporto psicologico e anestesia generale.

La sedazione cosciente nei bambini

Si può usare la sedazione cosciente nei bambini? Un adulto, anche se un poco ansioso, può comunque mostrarsi collaborativo. Non è detto che questo accada in un bambino affetto da odontofobia.

La sedazione è una soluzione immediata per tranquillizzare il bambino e lasciargli un ricordo positivo dell’incontro. Il piccolo paziente vedrà che non c’è niente da temere e, magari, la prossima volta non avrà più bisogno della sedazione cosciente. Alcuni bambini trovano l’esperienza addirittura elettrizzante, a causa del lieve effetto euforizzante del gas.

Il trattamento è disponibile per tutti i bambini dai 4 anni in su, età nella quale si comincia a vedere un po’ più spesso il dentista. I dentisti consigliano la sedazione cosciente non solo per i piccoli affetti da odontofobia, ma anche per quelli più esuberanti. Capita infatti che, pur non avendo paura, il bambino sia poco collaborativo e renda più difficile lavorare nella maniera giusta. In questo caso è compito del dentista valutare se sia necessario usare anestesia e sedazione cosciente.

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