Endodonzia e devitalizzazione di un dente: esistono dei rischi?

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Endodonzia e devitalizzazione di un dente: esistono dei rischi?

Tra le tante bufale che girano negli ultimi tempi, ce n’è una che riguarda i pericoli nascosti della devitalizzazione (!?). Secondo alcuni signori, devitalizzare un dente causerebbe malattie terribili. Sarebbe causa di tumori, malattie reumatiche, demenza e tanto altro. Meglio quindi tenere il dente malato dov’è e non incorrere in tutti questi problemi, no? Con un po’ di fortuna, presto o tardi cadrà da solo.

Endodonzia e devitalizzazione non sono pericolose. Se hai problemi cardiaci o renali è bene che li segnali al dentista, che adatterà la terapia al tuo caso specifico. Lo stesso vale se sei allergico all’anestetico o ad altre sostanze usate in odontoiatria. Al di fuori di questo, però, non dovresti preoccuparti di nient’altro.

Sei ancora poco convinto? Vediamo insieme quali sono questi presunti pericoli e come funziona davvero una devitalizzazione.

Perché devitalizzare un dente sarebbe pericoloso

Su internet gira voce che far devitalizzare un dente causerebbe patologie croniche e degenerative, tra cui:

  • malattie renali;
  • malattie cardiache;
  • malattie neurologiche;
  • artrite;

In che modo si passerebbe da un dente malato al tumore? Il passaggio sembra piuttosto ardito, ma si basa su nozioni pseudo scientifiche in apparenza plausibili. Infatti la colpa sarebbe dei batteri contenuti nei denti devitalizzati. Essendo denti ormai morti, diventerebbero la sede ideale di moltissimi batteri in apparenza innocui, in realtà pericolosissimi.

In un primo tempo i batteri orali rimarrebbero dentro i canali otturati. Essendo isolati, sarebbero irraggiungibili dalle difese immunitarie e dagli antibiotici: l’ideale per prosperare. Privi di ossigeno e sostanze nutrienti, i batteri un tempo innocui si trasformerebbero in letali anaerobi. Nel giro di qualche anno la colonia si allargherebbe dalle radici alla mandibola. Ed ecco il disastro.

I batteri, ormai inarrestabili, inizierebbero a rilasciare tossine. Una volta in circolo, queste causerebbero le malattie di cui sopra anche ad anni dalla terapia endodontica. Un organismo forte potrebbe arginare l’infezione, ma uno più debole non potrebbe che soccombere. Meglio quindi rimuovere il dente fin da subito ed evitare di tenersi una bomba a orologeria in bocca.

Endodonzia e devitalizzazione

Il modo migliore per confutare queste false notizie odontoiatriche è spiegare come funziona la devitalizzazione di un dente. Davvero.

Endodonzia e devitalizzazione non sono del tutto sinonimi. L’endodonzia è infatti la branca dell’odontoiatria che si prende cura dello spazio contenente la polpa dentaria, l’endodonto appunto. Quando la polpa si deteriora per qualche motivo – una carie trascurata o un trauma – si ricorre a una terapia endodontica. Il dentista rimuove il tessuto necrotico ed evita che il dente muoia e cada.

A seconda di quanto è estesa la necrosi della polpa, il dentista può scegliere di rimuoverne solo una parte o tutto. Inoltre, ha a disposizione due tipi di terapie.

  • Terapia endodontica ortograda, quella che conosci come devitalizzazione, detta anche terapia canalare. Il dentista apre la corona e svuota uno o più canali radicolari, le sedi della polpa dentro le radici dentarie.
  • Terapia endodontica retrograda, detta anche endodonzia chirurgica. Quando la devitalizzazione non è possibile, bisogna aprire la gengiva e asportare l’apice delle radici dentarie.

L’approccio più usato in assoluto è la terapia canalare, ecco perché sei abituato a collegare endodonzia e devitalizzazione. Anche in questo caso, ci sono delle differenze metodologiche a seconda del tipo di problema.

  • Endodonzia monocanalare. Se il danno è abbastanza limitato, il dentista può svuotare solo un canale radicolare.
  • Endodonzia bicanalare. Come da nome, nell’endodonzia bicanalare il dentista svuota due canali radicolari.
  • Endodonzia pluricanalare. Il dentista deve svuotare tre o più canali, se non rimuovere tutta la polpa del dente.

Come funziona la devitalizzazione del dente

“Devitalizzare un dente” è l’espressione comune con cui ci si riferisce alla terapia canalare. Il dentista usa degli strumenti sterili per pulire il canale o i canali radicolari. Rimuove tutti i nervi e i vasi sanguigni morti, sagoma le superfici interne dei canali. A questo punto usa del disinfettante clorato per uccidere tutti i batteri ancora presenti. Per evitare la formazione di una nuova colonia e proteggere la radice, invece, riempie il canale con materiali biologicamente non attivi.

Tutta l’operazione si svolge sotto anestesia locale e la si può eseguire anche in più fasi. In caso di sintomi da infezione, come febbre e ascessi, il dentista prescrive una piccola terapia antibiotica. Se eseguita da un professionista serio, però, è difficile che la devitalizzazione del dente abbia effetti collaterali. L’unico problema è che il dente diventa un po’ più fragile e potrebbe servire una corona per evitare che si rompa.

Quindi la devitalizzare un dente è sempre sicuro. Se ti rivolgi a un professionista serio, assolutamente sì. Devi prestare attenzione a dentisti low cost e non qualificati, questo è vero. Una devitalizzazione fatta male rischia infatti di far sviluppare un’infezione, che ti costringerà a rimuovere il dente. Non c’è però nessun collegamento tra devitalizzazione di un dente, anche fatta male, e tumori.

Se continui a sentire dolore a mesi dalla devitalizzazione, fai controllare il dente. Nel caso in cui ci fossero problemi, rischi al massimo di doverlo estrarre.

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