Patologia orale: prevenzione, igiene orale e possibili patologie

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Patologia orale: prevenzione, igiene orale e possibili patologie

Professionisti competenti ed esperti sono in grado di valutare tutti quei sintomi e segni che possono indicare la presenza di una patologia orale.

Quando si tratta di patologie orali sono molti i fenomeni coinvolti. In questo articolo tratteremo allora dei diversi disturbi che si possono notare all’interno della bocca e dei rischi rispetto ad ognuno. Infatti, alcune delle situazioni che si manifestano nel cavo orale sono più pericolose di altre in rapporto alla sintomatologia di riferimento per le patologie neoplasiche.

I contenuti sono studiati per restituire un approfondimento utile per il paziente che si trovasse a cercare informazioni aggiuntive circa una qualche situazione anomala osservata all’interno della propria bocca. In più, tratteremo delle principali cause legate ai vari disturbi e, a conclusione, dell’importanza relativa alla prevenzione primaria e all’igiene dentale che ne rappresenta il primo e più importante passo.

Questo un breve sommario dei paragrafi presenti nell’articolo:

  1. Quali patologie orali?
  2. Come riconoscere una patologia orale
  3. Principali cause delle patologie orali
  4. Prevenzione primaria: igiene dentale e buone pratiche

1.    Quali patologie orali?

tipologia di afte

Il termine “patologie orali” è utilizzato per indicare una serie di disturbi collegati alla bocca e alle zone limitrofe, quindi a livello orofacciale. Per poter definire in maniera più specifica ciò di cui stiamo trattando, è quindi necessario operare una suddivisione in alcuni grandi gruppi di patologie di natura differente, tra cui le principali sono quelle immunologiche, infettive e oncologiche.

Esistono patologie che interessano le ghiandole salivari, alcune delle quali comportano un dolore atipico, altre ancora disturbi osteolitici o osteoaddensanti delle ossa mascellari (perdita localizzata o neoformazione dell’osso), ma anche alterazioni relative alla sensibilità orofacciale. È importante non sottovalutare mai alcun sintomo e recarsi periodicamente a effettuare i dovuti controlli, per sottoporsi ad un’anamnesi patologica prossima e successivamente ad un esame obiettivo del cavo orale, così da individuare le manifestazioni che potrebbero segnalare la presenza della patologia indagata a livello di bocca o viso.

2.    Come riconoscere una patologia orale

Ora che sappiamo che esistono molte, diverse tipologie di patologia orale, proviamo ad isolare le principali ‘situazioni anomale’ che è possibile osservare all’interno della bocca:

riconoscere una patologia orale

  • Presenza di bolle: non è così frequente riuscire ad individuare le bolle in bocca in quanto tendono a rompersi con grande facilità (lasciando il posto a lesioni ed erosioni). Possono dipendere da un’allergia, piuttosto che emergere a seguito di un’ustione. In casi più rari, la presenza di bolle in bocca è associata ad alcune tipologie di mucositi bollose su base autoimmune.
  • Presenza di erosioni: le erosioni all’interno del cavo orale si manifestano come degli arrossamenti della mucosa e possono dipendere da un trauma a livello fisico o termico (spesso nel caso in cui si mangi qualcosa di molto caldo), piuttosto che da un’infezione (es. candida) o ancora da una mucosite su base autoimmune o allergica.
    Vengono associate anche a lesioni lichenoidi e, in tal caso, gli arrossamenti si manifestano a livello di gengiva.
  • Presenza di ulcerazioni: decisamente più dolorose delle precedenti, le ulcerazioni si presentano simili ad erosioni ma più profonde e possono essere di natura infiammatoria o, meno frequente, di natura neoplastica. Nel primo caso sono ricondotte a traumi o disturbi autoimmuni, infezioni o problemi a livello immunitario (più raramente ad un quadro clinico di malattie come la sifilide o la leishmaniosi umana).
    Spesso le ulcerazioni compaiono sotto forma di afte, herpes labiale o lesioni dovute all’inserimento di protesi dentarie.

o   Tipologie di afta:

A causa della rottura di una mucosa all’interno del cavo orale si crea un’afta (o stomatite aftosa), ossia un’ulcera dolorosa che, nonostante il male, è fondamentalmente inoffensiva. Si presenta ciclicamente e con recidive in aumento con l’avanzare dell’età. Questa può manifestarsi in varie forme:

malattie orali

Afta minore: è la tipologia più frequente e rappresenta una patologia al 100% benigna. Compare con piccole ulcere non particolarmente dolorose a livello di mucosa vestibolare, labbra, gengive, pavimento orale e in alcuni casi anche sulla lingua

Afta maggiore: quando il diametro dell’afta supera i 5-6mm. Può provocare maggior dolore ed alcune difficoltà in fase di alimentazione

Afta erpetiforme: si tratta della forma di afta più rara e si manifesta con un numero variabile di piccole ulcere (10-100) molto dolorose che talvolta si uniscono tra loro e colpiscono l’intero cavo orale.

La guarigione è spontanea anche e soprattutto perché, essendo le cause specifiche della comparsa delle afte poco note, non esistono vere e proprie terapie mirate (il nostro consiglio è comunque quello di effettuare giornalmente dei risciacqui con collutorio a base di clorexidina).
Tuttavia, se il fenomeno dovesse persistere oltre i 7-14 giorni, sarà bene rivolgersi ad uno specialista.

  • Presenza di macchie o chiazze biancastre: un sintomo frequentissimo di un’anomalia all’interno del cavo orale sono le macchie bianche che spesso si riconducono ad una situazione di candidosi e, in tal caso, compaiono di frequente sulla mucosa linguale. Diversamente, si tratta di una zona caratterizzata da un aumento delle dimensioni (ispessimento) dello strato superficiale di cheratina (iperorto- o iperparacheratosi), per cui la mucosa assume il tipico colore bianco a causa della mancata traspirazione dei vasi sottostanti.
    Le macchie si devono tipicamente ad un trauma frizionale come il ripetuto morsicamento della guancia, tuttavia nella stragrande maggioranza dei casi i soggetti colpiti sono fumatori ed è bene recarsi da uno specialista per tenere sotto controllo la situazione, in quanto il fumo è il principale rischio di carcinoma orale.
    Quando non sia riconducibile ad alcuna causa, la macchia bianca viene definita leucoplachia (o leucoplasia) e, come nel precedente caso, è importante monitorarla poiché potrebbe trasformarsi in carcinoma.

 

  • Presenza di escrescenze sotto forma di palline o bulbi, a volte acuminati: si tratta di parti di mucosa sollevate che spesso si presentano come pseudo-tumori della mucosa orale dovuti ad un trauma, come il morsicamento della guancia. Si parla in questi casi di fibromi traumatici.
    Può altrimenti trattarsi di granulomi teleangectasici: dei piccoli tumori assolutamente benigni e facilmente asportabili, i quali si manifestano a livello della gengiva libera o di quella aderente a seguito di traumi.
    Infine, più raramente la presenza di escrescenze è associata a patologie quali il papilloma (a livello di lingua e palato) o il condiloma (sul lato posteriore dell’orofaringe, sul palato molle, sul frenulo e sul dorso linguale), entrambe riconducibili al papilloma virus, ossia l’HPV. Dato che alcune tipologie di HPV possono portare ad un carcinoma, è importante asportarli e provvedere alla loro analisi.

 

  • Altre condizioni “precancerose”: alcune manifestazioni a livello orale sono identificabili come possibili sintomi della presenza di un carcinoma. Queste possono essere: leucoplachia e lesioni lichenoidi (basso rischio di trasformazione); leucoplachia candidosica (medio rischio); leucoplachia verrucosa proliferativa e eritroleucoplachia (alto rischio).

o   Tipologie di leucoplachia: come si presentano

cause delle patologie orali

– La leucoplachia, come anticipato, si manifesta con delle macchie di colore bianco a livello della mucosa orale, solitamente indolore.

– Simili sono le lesioni di tipo lichenoide, strie biancastre spesso presenti nell’interno delle guance, ai lati della lingua e sulla gengiva (simula in alcuni aspetti il lichen planus orale, una malattia immunitaria della mucosa orale e della pelle).

– La leucoplachia candidosica o candidosi cronica iperplastica è individuabile come un ispessimento dei tessuti dal colore biancastro (che prende il nome di ipercheratosi) e da una candidosi, in alcuni casi portatrice di escrescenze dolorose e a volte sanguinolente su palato, gengive, sul dorso della gola e sulle tonsille.

– A rischio medio-alto è la leucoplachia verrucosa proliferativa, un’altra sottocategoria che rientra tra le forme non omogenee e a riconoscimento tardivo, dove inizialmente le lesioni presentano margini delineati e si trovano in zona linguale e sulla mucosa relativa al mento, mentre successivamente tendono ad espandersi in modo irregolare.

– Per ultima, l’eritroleucoplachia è la manifestazione più preoccupante e quella con le maggiori probabilità di trasformazione in carcinoma orale. Si presenta con lesioni o macchie croniche bianche e talvolta rosse.

  • Carcinoma del cavo orale: a seconda della tipologia specifica di tumore, alla sede dove si manifesta e allo stato di avanzamento, il carcinoma orale può comparire in diverse forme. Può presentare un aspetto esofitico (con tendenza a crescere verso l’esterno), nodulare oppure ulcerato.
    Questa tipologia di tumore, se scoperta per tempo, al 90% dei casi può essere facilmente curata con successo.

Generalmente, la sintomatologia è nella maggior parte dei casi associabile a bruciore, gonfiore e dolore delle zone interessate, oltre a disturbi in fase di masticazione e deglutizione. Tuttavia, non sempre tali entità sono avvertibili in quanto può succedere anche che si presentino in maniera asintomatica. Di conseguenza, è sempre bene mantenere sotto controllo la situazione recandosi periodicamente dal dentista per una visita di controllo.

3.    Principali cause delle patologie orali

Patologia orale

Le cause principali che portano alla formazione di patologie orali sono le stesse che, in molti casi, interessano anche la formazione di carie, di infiammazioni o infezioni all’interno della bocca e, in maniera più importante, la perdita di uno o più elementi dentari con conseguente necessità di applicare un impianto o una protesi di altro tipo.

Al primo posto, come sempre, si posizionano il tabagismo e l’abuso di alcol, la scarsa attitudine alla prevenzione primaria (l’igiene dentale al primo posto) e un’alimentazione scorretta. Addirittura, il rischio di carcinoma orale aumenta da 6 a 28 volte nei fumatori e ancor più quando si associa un consumo eccessivo di bevande alcoliche.

Per quanto riguarda le ulcerazioni e in particolare le afte, oltre alle cause di cui poco sopra, si aggiungano la presenza di protesi dentarie imperfette, carenze alimentari, assunzione di cibi/bevande troppo caldi, malattie come diabete o celiachia, ansia, stress e depressione.

4.    Prevenzione primaria: igiene dentale e buone pratiche

Come anticipato, in relazione alle patologie che interessano il cavo orale, la prevenzione primaria e l’igiene dentale – che ne rappresenta la più importante forma – sono alla base di uno stile di vita sano che, tra l’altro, si riflette anche nell’estetica dell’individuo, il quale avrà molte più probabilità di sfoggiare il suo miglior sorriso naturale.

igiene dentale e buone pratiche

La prevenzione come igiene dentale corretta è dunque un elemento fondamentale per evitare l’insorgenza di malattie come il carcinoma orale, ma anche semplicemente carie e problemi a livello di gengive o altri tessuti interni alla bocca e periorali.

Il consiglio di ogni specialista è di provvedere ad un’igiene orale, da svolgersi 3 volte al giorno, meglio ancora se dopo ogni pasto, spazzolando con attenzione i denti e servendosi dello scovolino, strumento indispensabile per raggiungere le cavità più difficili (si può dire che lo scovolino abbia del tutto sostituito il filo interdentale in quanto è stata dimostrata la sua maggiore efficacia in termini di pulizia).

In molti casi, tuttavia, queste operazioni non si rivelano sufficienti per eliminare completamente l’accumulo di tartaro e placca che, soprattutto nel lungo termine, possono portare a fastidiose incrostazioni. Ecco allora che, per una perfetta prevenzione primaria, all’igiene dentale giornaliera dev’essere associata anche una visita periodica dal dentista – ogni 6 mesi – per una pulizia dei denti approfondita.

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